LA PARTITA DEI NEGRI (NOVEMBRE 2015)
Alla partita dei negri,
non ci va nessuno a vederli.
Non ci son papà, né mamme e neppure le fidanzate.
Alla partita dei negri,
ci sono solo i negri,
con le scarpe un po' sfondate, le divise rabberciate.
Alla partita dei negri, non c'è campo regolare,
né arbitraggio federale e le porte, senza rete,
fan da sfondo a foglie e crepe.
Alla partita dei negri,
giocan rossi contro blu,
in quel campo desolato,
tutti quanti a perdifiato,
avanti, indietro, su e giù.
Corron dietro ad un pallone,
ché è assai meglio di un barcone,
corron per dimenticare,
le ragioni di una fuga;
che ti invito a rispettare,
poiché in tanti fa annegare.
E se il mondo si svegliasse,
e qualcuno poi capisse,
che non odio né rancore,
fanno l'uomo un po' migliore;
Quel giorno quindi benedetto
tutti forse capiremmo,
neri o bianchi,
cosa importa?
Tutti il cielo abbiam per tetto.
Alla partita dei negri,
io ci vado a vederli.
E tra scarpe consumate,
e divise rabberciate,
intravedo una speranza,
che si chiama Umanità.
Le foto, le ho scattate al campetto del parco di ponente di Cesenatico e gli atleti sono i “richiedenti asilo” ospitati presso l'Hotel Splendid. Grazie alla infinita umanità dello splendido Domenico Monti (persona meravigliosa e unica), questi ragazzi possono sfogare un po' di energia e passare qualche momento di serenità, lontani per qualche ora, con il corpo e con la mente, dalle miserie dalle quali sono fuggiti.
A tutti quelli che vedono in questi ragazzi solo i negri che vengono qui a spacciare, a rubare le biciclette, a farsi mantenere coi nostri soldi, dico solo che provare ad avvicinarsi a loro, a capire la loro realtà e l'assurdità burocratico-normativa cui Europa e Italia li costringono, potrebbe essere utile. Utile ad aprire occhi e menti. Utile a comprendere come sia il sistema che ci vuole gli uni contro gli altri, perché fa comodo a un sacco di gente.
Io sono stato con loro qualche ora. Gli ho fatto foto con qualche migliaio di euro di attrezzatura fotografica al collo e nello zaino che avevo abbandonato tra il pubblico (anch'esso solo di negri, dal momento che giocano e si guardano solo tra loro). Non mi hanno rubato nulla. Non mi hanno picchiato. Nessuno ha provato a mordermi o mangiarmi. Nessuno mi ha chiesto in quale dio io creda.
All'inizio, alcuni mi hanno osservato con preoccupazione e titubanza. Ma poi, capite le mie intenzioni, ho ricevuto solo sorrisi, strette di mano e la netta sensazione che il futuro dell'umanità passi molto più delle menti e dai cuori di questi ragazzi disperati e coraggiosi, che non dalle paura e dalla chiusura (di cervello e di cuore) di tanti di noi. (posto pubblicato su FB dal sottoscritto il 01 novembre 2015)
non ci va nessuno a vederli.
Non ci son papà, né mamme e neppure le fidanzate.
Alla partita dei negri,
ci sono solo i negri,
con le scarpe un po' sfondate, le divise rabberciate.
Alla partita dei negri, non c'è campo regolare,
né arbitraggio federale e le porte, senza rete,
fan da sfondo a foglie e crepe.
Alla partita dei negri,
giocan rossi contro blu,
in quel campo desolato,
tutti quanti a perdifiato,
avanti, indietro, su e giù.
Corron dietro ad un pallone,
ché è assai meglio di un barcone,
corron per dimenticare,
le ragioni di una fuga;
che ti invito a rispettare,
poiché in tanti fa annegare.
E se il mondo si svegliasse,
e qualcuno poi capisse,
che non odio né rancore,
fanno l'uomo un po' migliore;
Quel giorno quindi benedetto
tutti forse capiremmo,
neri o bianchi,
cosa importa?
Tutti il cielo abbiam per tetto.
Alla partita dei negri,
io ci vado a vederli.
E tra scarpe consumate,
e divise rabberciate,
intravedo una speranza,
che si chiama Umanità.
Le foto, le ho scattate al campetto del parco di ponente di Cesenatico e gli atleti sono i “richiedenti asilo” ospitati presso l'Hotel Splendid. Grazie alla infinita umanità dello splendido Domenico Monti (persona meravigliosa e unica), questi ragazzi possono sfogare un po' di energia e passare qualche momento di serenità, lontani per qualche ora, con il corpo e con la mente, dalle miserie dalle quali sono fuggiti.
A tutti quelli che vedono in questi ragazzi solo i negri che vengono qui a spacciare, a rubare le biciclette, a farsi mantenere coi nostri soldi, dico solo che provare ad avvicinarsi a loro, a capire la loro realtà e l'assurdità burocratico-normativa cui Europa e Italia li costringono, potrebbe essere utile. Utile ad aprire occhi e menti. Utile a comprendere come sia il sistema che ci vuole gli uni contro gli altri, perché fa comodo a un sacco di gente.
Io sono stato con loro qualche ora. Gli ho fatto foto con qualche migliaio di euro di attrezzatura fotografica al collo e nello zaino che avevo abbandonato tra il pubblico (anch'esso solo di negri, dal momento che giocano e si guardano solo tra loro). Non mi hanno rubato nulla. Non mi hanno picchiato. Nessuno ha provato a mordermi o mangiarmi. Nessuno mi ha chiesto in quale dio io creda.
All'inizio, alcuni mi hanno osservato con preoccupazione e titubanza. Ma poi, capite le mie intenzioni, ho ricevuto solo sorrisi, strette di mano e la netta sensazione che il futuro dell'umanità passi molto più delle menti e dai cuori di questi ragazzi disperati e coraggiosi, che non dalle paura e dalla chiusura (di cervello e di cuore) di tanti di noi. (posto pubblicato su FB dal sottoscritto il 01 novembre 2015)
Tutti i diritti sono riservati. Per l'uso autorizzato delle immagini, contattatemi attraverso la sezione contatti di questo sito.