Dopo un inizio un po' in sordina, complice anche l'obiettivamente scarsa qualità dei primi prodotti presentati, il mercato delle c.d. mirrorless (di cui le macchine micro 4/3 sono espressione), sta finalmente cominciando ad avere successo anche in occidente e anche qui da noi se ne fa un gran parlare. Grazie all'impegno di produttori che finalmente stanno credendo nel sistema, oggi possiamo scegliere tra alternative di tutti i formati e per tutti i gusti (oltre che per tutte le tasche). Si va infatti dalle proposte FF di Sony fino ai sensori alquanto ridotti delle proposte Nikon. In mezzo, non mancano proposte in formato APS (sempre Sony, ma anche l'ottima Fuji, oltre che Samsung) e infine le antesignane del segmento: le micro 4/3, capitanate da Olympus e Panasonic.
Non intendo in questa sede fare una disamina sull'intero panorama ML, perché troppo vasto e perché amo parlare solo di ciò che conosco. E siccome uso con soddisfazione ormai da oltre due anni una Olympus OMD EM-5, micro 4/3 appunto, di questo parlerò.
E voglio partire da una cosa che mi fa un po' sorridere e un po' arrabbiare, girovagando per i forum italiani.
L'avvento sul mercato di proposte finalmente molto mature (penso alle Olympus EM-1 ed EM-10 e a Panasonic GH4) ha indotto una parte di utenti evoluti, chi ad affiancare, chi addirittura a sostituire, i corredi reflex. Anche alcuni professionisti, non fanno mistero di utilizzare anche (talvolta solo), sistemi micro 4/3. Nel momento in cui questi utenti hanno cominciato, nella gran parte, a inondare i forum con commenti entusiastici, subito è partita una contro-offensiva, volta a screditare il mezzo, confrontandone la resa e le prestazioni addirittura con i "mostri sacri" Full Frame (le varie Canon 5 e 6d, Nikon D800, D600, ecc...).
Ecco, io trovo che la cosa sia del tutto inutile.
E lo dico dal basso della mia esperienza quotidiana, che mi vede affiancare un ottimo corredo FF (Canon 5d MK III e varie lenti) con un altrettanto interessante corredo Micro 4/3.
I due sistemi, semplicemente, sono diversi. Diversi come possono essere diverse una motocicletta e una bicicletta. Certo, entrambe hanno due ruote ed entrambe sono mezzi di trasporto individuale. Esattamente come FF e Micro sono entrambe macchine fotografiche e fanno effettivamente fotografie. Ma per il resto, sono diverse e sono concepite per assolvere, ciascuna di esse al meglio delle proprie caratteristiche, funzioni diverse, anche se in parte sovrapponibili.
Cominciamo quindi a vedere le differenze tra i due sistemi, per poi, alla fine, provare a trarre qualche conclusione.
PESO/INGOMBRI/VISTOSITA'
Sono i motivi per cui, nel 99% dei casi un utente reflex si avvicina al mondo ML (non necessariamente Micro). La mia Canon 5dMKII, con montato il Sigma 35 f/1,4 ART pesa quasi 2 chili, ha un "look" molto professionale, ma mi si vede da oltre un chilometro (i miei 130 chili non aiutano il mimetismo, è vero, ma l'insieme macchina/lente è certamente vistoso. Non parliamo se monto il Sigmone 70-200 f/2,8).
L'Olympus, con il pana 20 mm f/1,7 (angolo di campo equivalente a 40 mm, quindi simile al 35 mm Sigma), supera di poco il mezzo chilo e le sue dimensioni, dal vivo, sono incredibilmente piccole (se non la si tocca, non ci si rende conto). Inutile dire che con un aggeggino del genere al collo, passare inosservati è molto più semplice.
Chi non ne possa più di passare giornate con zaini da missione bellica sulle spalle per trasportare la propria attrezzatura reflex, certo guarda con interesse a un sistema che, anche in caso di corredi completi, sta tutto in marsupi o zainetti leggeri e non affatica neanche se portato con sé per giornate intere.
A suo tempo, essendomi deciso per l'acquisto di una ML, dovendo deciderne il formato (all'epoca non esistevano le ML FF, ma non le avrei prese comunque in considerazione per i motivi che dirò subito dopo), scelsi il Micro proprio perché mi pareva quello che incrociava il compromesso migliore (dal mio punto di vista), tra qualità di immagine fornita dal sensore e ingombri/pesi di corpo più lenti. Si, perché la valutazione va fatta nell'insieme: ML con sensore APS di dimensioni contenute ce ne sono diverse ma, quando poi ci vai a montare le lenti native (che devono coprire un cerchio ben maggiore rispetto a quello delle Micro), il sistema si sbilancia e diventa ergonomicamente poco efficace. Solo il micro, mi semrbava offrisse allora (e ancora oggi), lenti di qualità notevole, di apertura generosa, AF, a dimensioni e pesi coerenti con quelli del corpo macchina.
SFOCATO/TRIDIMENSIONALITA' DELLE IMMAGINI
E' il "cavallo di battaglia" di ogni intransigente cultore del formato pieno. "Bella la tua Olympus, davvero. Piena di funzioni, ergonomica, sembra una reflex in miniatura! E che bel mirino, non credevo che un EVF potesse essere così bello! Che elettronica poi! Hai mille funzioni interessanti. Peccato solo che non puoi sofcare e che gli scatti sono così piatti...". Queste, grosso modo, sono le affermazioni che vengono fatte da chi, in assoluta buona fede, trae conclusioni (a mio avviso affrettate) partendo dalle dimensioni fisiche del sensore montato dalle macchine micro 4/3.
Con la sua superficie assai ridotta e il suo fattore di crop pari a 2x, effettivamente il sensore delle micro 4/3 è indubbiamente "piccolino". Ed è ormai cosa risaputa e facilmente verificabile in rete che, a parità di angolo di campo inquadrato e di apertura del diaframma, la profondità di campo di uno scatto in M4/3 è circa di due stop più estesa rispetto allo stesso scatto effettuato con fotocamera FF (esempio pratico: se scatto con un 50 mm @ f/2,8 su M4/3, ho lo stesso angolo di campo e la medesima prospettiva di uno scatto fatto a 100 mm con FF, ma la pdc dello scatto M4/3 sarà analoga a quella che otterrei impostando il diaframma del mio 100 MM FF a f/5,6).
E' un male?
L'immagine a lato, l'ho scattata con l'OMD e il M.Zuiko 45 f/1,8. L'ho anche stampata, in formato A3 e appesa in casa. Sinora nessuno, tra coloro che l'hanno vista, mi ha mosso appunti per la carenza di tridimensionalità o per l'eccessiva estensione della profondità di campo.
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La profondità di campo più estesa non è né un bene né un male. Dipende dalle situazioni, dai tipi di scatto e anche dai gusti. Personalmente, in ritrattistica, trovo che poter lavorare con un 90 mm equivalente a f/1,8, anche a distanza molto ravvicinata, senza dovermi preoccupare di avere a fuoco le ciglia e non le pupille sia un vantaggio. Anche col FF, non scatto praticamente mai un ritratto con una lente medio lunga a tutta apertura. Il bokeh estremo lo trovo, nella maggior parte dei casi, un sotterfugio per ottenere un effetto "wow!", più che una reale scelta creativa. E in ogni caso, il sistema Micro 4/3 offre lenti di luminosità notevole che non hanno omologhi nel FF (o, se li hanno, hanno costi e ingombri del tutto imparagonabili), riuscendo così a minimizzare, perlomeno sulle focali più lunghe (che sono anche quelle per le quali la cosa è più critica) il problema. Vi sono poi alcuni tipi di scatto dove una maggiore PDC è solo un aiuto (penso ai panorami, all'architettura, alla macro) perché con questo sistema potremo avere una buona pdc anche senza chiudere troppo il diaframma, a vantaggio dei tempi di posa, degli ISO e della nitidezza (minata dal rischio diffrazione in caso di uso di diaframmi troppo chiusi).
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Sul fronte più generale della qualità di immagine pura, non c'è gara. Il FF vince, ma non a mani basse, specie a bassi e intermedi ISO.
La pulizia e la malleabilità del file FF sono uniche, superate solo dai file prodotti da sistemi che montano sensori ancora più grandi (medio formato digitali).
Però il sensorino micro 4/3 stupisce. Considero usabilissimi i file fino a 1.600 ISO e utilizzabili, con qualche limite e a seconda del tipo di scena, anche i 3.200. C'è però da dire che a ISO base (nel caso della Olympus: 200), si nota, specie negli sfondi omogenei (come i cieli blu), un minimo di rumore di luminanza che non mi sarei atteso. E' un non problema, perché non è invasivo, si nota solo ingrandendo al 100% e in stampa semplicemente sparisce. Però c'è. Cosa che mi fa dire che, quasi paradossalmente, considero da "8" la qualità di immagine tra i 400 e i 1600 iso e "solo" da "7,5" quella a 200 iso. E che mi fa anche dire che se siete patiti assoluti (anche se non capisco a che pro) della pulizia massima del file, il micro 4/3, per il momento almeno, non fa per voi.
In compenso, il sensorino mostra tutti i suoi muscoli nel recupero delle ombre, dove mi sento di dire che perdona di più del sensorone della mia Canon. Scattando in RAW, recuperare anche parecchio zone sottoesposte è operazione gestibile. Se si esagera, si crea rumore, ma per esempio non vi è mai traccia di quel fastidiosissimo banding che invece la 5dMKIII tira fuori nei recuperi più spinti. Sulle alte luci il discorso si inverte: Canon perdona di più mentre Olympus ha una curva più ripida e se si sfondano i bianchi, non c'è più verso di riprenderli.
La pulizia e la malleabilità del file FF sono uniche, superate solo dai file prodotti da sistemi che montano sensori ancora più grandi (medio formato digitali).
Però il sensorino micro 4/3 stupisce. Considero usabilissimi i file fino a 1.600 ISO e utilizzabili, con qualche limite e a seconda del tipo di scena, anche i 3.200. C'è però da dire che a ISO base (nel caso della Olympus: 200), si nota, specie negli sfondi omogenei (come i cieli blu), un minimo di rumore di luminanza che non mi sarei atteso. E' un non problema, perché non è invasivo, si nota solo ingrandendo al 100% e in stampa semplicemente sparisce. Però c'è. Cosa che mi fa dire che, quasi paradossalmente, considero da "8" la qualità di immagine tra i 400 e i 1600 iso e "solo" da "7,5" quella a 200 iso. E che mi fa anche dire che se siete patiti assoluti (anche se non capisco a che pro) della pulizia massima del file, il micro 4/3, per il momento almeno, non fa per voi.
In compenso, il sensorino mostra tutti i suoi muscoli nel recupero delle ombre, dove mi sento di dire che perdona di più del sensorone della mia Canon. Scattando in RAW, recuperare anche parecchio zone sottoesposte è operazione gestibile. Se si esagera, si crea rumore, ma per esempio non vi è mai traccia di quel fastidiosissimo banding che invece la 5dMKIII tira fuori nei recuperi più spinti. Sulle alte luci il discorso si inverte: Canon perdona di più mentre Olympus ha una curva più ripida e se si sfondano i bianchi, non c'è più verso di riprenderli.
SISTEMA DI MIRA (MIRINO OTTICO VS EVF)
Premessa: non riesco a utilizzare fotocamere prive di mirino. Certamente, vi sono situazioni in cui anche io uso il Live View della reflex o, mio malgrado, mi trovo a scattare una foto col cellulare ma, se posso scegliere, sicuramente al mirino non rinuncio. Scelsi la EM-5 anche per questo. Era la prima mirrorless con mirino integrato di cui leggessi recensioni positive. Recensioni che poi hanno trovato conferma nell'uso quotidiano.
Il mirino reflex, specie delle FF, per certi aspetti è unico, soprattutto in termini di luminosità e ampiezza. Però ha anche dei limiti: le informazioni che può riportare non sono molte e in condizioni di luce precaria, vedere qualcosa può essere molto complicato.
L'EVF (electronic viewfinder o mirino elettronico) di primo acchito può destare qualche perplessità: per quanto ben definito e con un frame rate adeguato, è pur sempre un monitor. Però, superato il primissimo impatto, ci si accorge che la visione è nitida, non ci sono rallentamenti o impuntamenti, le informazioni visualizzate (o visualizzabili) sono una miriade, si può simulare l'esposizione (con tanto di istogramma in sovraimpressione) dimenticandosi dell'esposimetro, la livella...e vede anche (quasi) al buio. Inoltre, se si ha desiderio o necessità di focheggiare manualmente, è possibile fare sì che, al movimento della ghiera di messa a fuoco, corrisponda l'ingrandimento (da 7x a 14x) della zona che si desidera mettere a fuoco, permettendo così una MAF precisissima anche a mano.
Insomma, non sono tra coloro i quali ritengono il mirino reflex un pezzo di storia destinato a breve a venire superato senza rimpianti, ma ritengo che gli EVF attuali, perlomeno nelle loro migliori realizzazioni, possano essere utilizzati al pari di un mirino reflex, senza alcuna controindicazione e, almeno in alcune circostanze, anche con qualche vantaggio.
AUTOFOCUS
Sarò franco e di poche parole: in AF singolo (one shot nel mondo Canon), la mia Olympus non mi fa rimpiangere, né per precisione né per velocità, l'AF stellare della Canon 5d MKIII. Come in tutti i sistemi, la velocità dipende anche dalla bontà del motore AF della lente, ma con le lenti giuste, l'aggancio è fulmineo. E la precisione rasenta il 100%.
In modalità contiuna e in modalità tracking, con altrettanta sintesi e franchezza, dico invece che semplicemente non ci siamo ancora. Questa macchina non è idonea per essere utilizzata abitualmente in ambito dinamico. L'Af continuo sembra andare avanti e indietro senza una logica e lo scatto viene a fuoco per puro caso. Il tracking perlomeno ci prova a inseguire il soggetto ma se questo si muove più rapidamente di mio nonno novantenne, tempo mezzo secondo e lo perde irrimediabilmente. Inoltre, anche quando sembra tenere il soggetto, lo scatto è effettivamente a fuoco non più del 50% delle volte.
Tuttavia, per usi non intensivi e sporadici, la velocità dell'af singolo può permettere di portare a casa scatti anche a soggetti dinamici, ma anche qui con percentuali di successo non certo idonee ad un uso professionale.
Globalmente, su questo fronte, ritengo che il sistema a rilevamento di fase della reflex sia ancora avanti.
In compenso, la possibilità di usare l'LCD posteriore, abbinato allo scatto touch è una possibilità notevole. In pratica, si inquadra con l'LCD, magari facendolo basculare fino a fargli assumere una posizione tale da consentire di inquadrare come se si usasse una camera a pozzetto e si scatta semplicemente toccando col dito lo schermo (il punto in cui il dito tocca, sarà quello dove la macchina metterà a fuoco). Ideale per scatti rubati o in posizioni scomode!
In modalità contiuna e in modalità tracking, con altrettanta sintesi e franchezza, dico invece che semplicemente non ci siamo ancora. Questa macchina non è idonea per essere utilizzata abitualmente in ambito dinamico. L'Af continuo sembra andare avanti e indietro senza una logica e lo scatto viene a fuoco per puro caso. Il tracking perlomeno ci prova a inseguire il soggetto ma se questo si muove più rapidamente di mio nonno novantenne, tempo mezzo secondo e lo perde irrimediabilmente. Inoltre, anche quando sembra tenere il soggetto, lo scatto è effettivamente a fuoco non più del 50% delle volte.
Tuttavia, per usi non intensivi e sporadici, la velocità dell'af singolo può permettere di portare a casa scatti anche a soggetti dinamici, ma anche qui con percentuali di successo non certo idonee ad un uso professionale.
Globalmente, su questo fronte, ritengo che il sistema a rilevamento di fase della reflex sia ancora avanti.
In compenso, la possibilità di usare l'LCD posteriore, abbinato allo scatto touch è una possibilità notevole. In pratica, si inquadra con l'LCD, magari facendolo basculare fino a fargli assumere una posizione tale da consentire di inquadrare come se si usasse una camera a pozzetto e si scatta semplicemente toccando col dito lo schermo (il punto in cui il dito tocca, sarà quello dove la macchina metterà a fuoco). Ideale per scatti rubati o in posizioni scomode!
OPERATIVITA' GENERALE
La velocità operativa di una reflex, specie se di fascia alta, è un punto di riferimento. E in questo senso la mia FF batte piuttosto nettamente la mia micro. Che però si arrende non senza difendersi con grinta. La disposizione dei comandi, il numero dei pulsanti fisici, le pressoché infinite possibilità di personalizzazione, ne fanno una relfex in miniatura. E l'operatività è talmente simile che io passo da una macchina all'altra senza accorgermene.
Quello che cambia, vistosamente, è la velocità di esecuzione di alcuni comandi. Non c'è ritardo allo scatto, e questa è una gran cosa (lo shutter lag, se troppo marcato, fa perdere scatti), ma ad esempio girando a lungo le ghiere (ad esempio per passare da tutta apertura a un diaframma molto chiuso), il comando viene completato con un ritardo percepibile. Motivo in più per me per dire che questa camera non è votata all'azione spinta. Peraltro devo ammettere che sembra che le nuove realizzazioni (EM-1 e EM -10), abbiano in gran parte risolto questo aspetto.
In compenso, lo stabilizzatore a 5 assi montato da Olympus sul sensore (a differenza di Panasonic, che stabilizza le ottiche) è semplicemente fenomenale e certamente superiore ai pur validi sistemi IS montati sulle ottiche di pregio di Canon. Con ottiche grandangolari, scattare a mano libera con tempi anche di 1" è possibile anche se, come nel mio caso, non si ha propriamente una stabilità granitica.
Quello che cambia, vistosamente, è la velocità di esecuzione di alcuni comandi. Non c'è ritardo allo scatto, e questa è una gran cosa (lo shutter lag, se troppo marcato, fa perdere scatti), ma ad esempio girando a lungo le ghiere (ad esempio per passare da tutta apertura a un diaframma molto chiuso), il comando viene completato con un ritardo percepibile. Motivo in più per me per dire che questa camera non è votata all'azione spinta. Peraltro devo ammettere che sembra che le nuove realizzazioni (EM-1 e EM -10), abbiano in gran parte risolto questo aspetto.
In compenso, lo stabilizzatore a 5 assi montato da Olympus sul sensore (a differenza di Panasonic, che stabilizza le ottiche) è semplicemente fenomenale e certamente superiore ai pur validi sistemi IS montati sulle ottiche di pregio di Canon. Con ottiche grandangolari, scattare a mano libera con tempi anche di 1" è possibile anche se, come nel mio caso, non si ha propriamente una stabilità granitica.
In questo esempio, ho scattato con una focale equivalente pari a 164 mm, a mano libera, con un tempo di 1/15. Siamo nell'ordine dei 3 stop abbondanti oltre il tempo di sicurezza e con una focale tele, che notoriamente perdona meno di un grandagolo. Anche ingrandendo al 100%, l'immagine è nitida e non c'è traccia di micromosso. Questo è un enorme vantaggio perché permette di tenere gli iso bassi anche in condizioni di illuminazione precaria. Scattando a TA, sfruttando l'estensione di pdc e il fatto che le ottiche micro4/3 sono già molto taglienti anche se non diaframmate, si portano a casa scatti che con la reflex avrebbero richiesto maggiore difficoltà operativa o l'uso di costose ottiche stabilizzate.
CONCLUSIONI
Chi si sarà preso la briga di leggere fino a qui, avrà forse avuto la sensazione che, nonostante le intenzioni dichiarate sin dal titolo, io un po' parteggi per il micro 4/3, tali e tante sono le lodi che non ho potuto fare a meno di disseminare qua e là verso questo sistema.
La realtà è che io non parteggio per nessun sistema, tanto è vero che, quando ho la possibilità di scegliere liberamente quale sistema utilizzare, nel 90% dei casi prediligo l'ingombrante e pesante reflex con annessi e connessi. Sarà anche mero feticismo, ma il gusto che provo nell'utilizzo della reflex e soprattutto l'impatto visivo che mi regalano gli scatti più riusciti che ottengo con essa e con le lenti di qualità che utilizzo, sono effettivamente unici.
La realtà è che io non parteggio per nessun sistema, tanto è vero che, quando ho la possibilità di scegliere liberamente quale sistema utilizzare, nel 90% dei casi prediligo l'ingombrante e pesante reflex con annessi e connessi. Sarà anche mero feticismo, ma il gusto che provo nell'utilizzo della reflex e soprattutto l'impatto visivo che mi regalano gli scatti più riusciti che ottengo con essa e con le lenti di qualità che utilizzo, sono effettivamente unici.
Un esempio di scatto che, in tutti i sensi, mi ha dato gusto fare e che continua a darmi gusto anche guardandolo :-) (Canon 5dMKIII + Canon EF 135 L; ISO 250, f/5,6, 1/250). I passaggi tonali, la progressione della sfocatura, la resa globale dell'immagine sono tutti motivi per i quali non me la sento di abbandonare il corredo reflex.
Il vero punto è però quello della possibilità di scegliere liberamente. Non sono un professionista, fotografo per pura passione e lo faccio quando ho la possibilità di farlo. Ho due figlie piccole e un lavoro impegnativo. Pensare di avere sempre con me il corredo reflex è inconcepibile. Pesi e ingombri sono tali da rendere impossibile pensare di andare a fare due passi al parco con le bambine (di cui una in passeggino, che è da spingere...) portandosi dietro la Canon e anche solo una o due ottiche.
In questi anni, mi sono perso una moltitudine di buone occasioni, semplicemente perché non avevo con me la macchina.
Lo scatto mostrato sopra con le due bambine (le mie figlie), l'ho fatto proprio un pomeriggio di primavera. Ero uscito solo con le bimbe, con la quintalata di roba necessaria a un neonato (passeggino, borsa con pannolini, cambi vari, latte, ecc...). Nellla borsa del passeggino, l'Olympus con il 45 f/1,8 montato nemmeno si sentivano. E ci ho fatto quello scatto, che sono fiero di avere realizzato non tanto perché sia un capolavo (non lo è), ma perché per sempre mi lascerà il ricordo di quel momento, in cui, per la prima volta, mia figlia grande teneva in braccio sua sorella di pochi giorni. E allora io penso che la macchina "giusta" sia quella che hai con te quando hai un'occasione fotografica. Ed è tanto più giusta, quanto più alta è la qualità che ti permette di portare a casa, con il minimo sacrificio possibile.
Ecco, io allora penso che il confronto non abbia senso perché FF e micro 4/3 sono due sistemi diversi, che rispondono a esigenze diverse. E se è vero che nel grane normalmente sta anche il piccolo, allora è sicuramente vero che con il FF probabilmente riuscirò a fare cose che con il micro 4/3 non potrò fare o non potrò fare altrettanto bene. Ma il micro mi permette di fare scatti in situazioni in cui l'alternativa sarebbe non scattare per assenza della macchina con me. E mi permette una qualità comunque elevata e certo più che sufficiente nell'80% delle situazioni che possono capitare ad un amatore.
Se, poniamo, all'IQ media di una buona reflex FF assegniamo un voto pari a 8,5; io credo che all'IQ media delle moderne micro 4/3 si debba assegnare un bel 7,5. E' inferiore certo, ma sempre più che sufficiente.
Consiglierei di vendere tutto il corredo reflex per abbracciare il micro come unico sistema, più pratico e portabile e dalla qualità molto buona? Io non l'ho fatto e, potendomelo permettere, mantengo il doppio corredo (che è scelta economicamente onerosa). Ma molti lo hanno già fatto e io stesso non lo escludo per il futuro, se e quando il sistema proporrà camere con AF performante anche in situazioni dinamiche (sony, con la a6000, sembra esserci già arrivata).
L'importante è saper ponderare correttamente le proprie esigenze e fare le scelte conseguente. Un consiglio che certo darei a tutti è quello, prima di dare giudizi definitivi, di provare una di queste macchine e poi esaminare con attenzione i file. Credo che molti resteranno sorpresi.
In questi anni, mi sono perso una moltitudine di buone occasioni, semplicemente perché non avevo con me la macchina.
Lo scatto mostrato sopra con le due bambine (le mie figlie), l'ho fatto proprio un pomeriggio di primavera. Ero uscito solo con le bimbe, con la quintalata di roba necessaria a un neonato (passeggino, borsa con pannolini, cambi vari, latte, ecc...). Nellla borsa del passeggino, l'Olympus con il 45 f/1,8 montato nemmeno si sentivano. E ci ho fatto quello scatto, che sono fiero di avere realizzato non tanto perché sia un capolavo (non lo è), ma perché per sempre mi lascerà il ricordo di quel momento, in cui, per la prima volta, mia figlia grande teneva in braccio sua sorella di pochi giorni. E allora io penso che la macchina "giusta" sia quella che hai con te quando hai un'occasione fotografica. Ed è tanto più giusta, quanto più alta è la qualità che ti permette di portare a casa, con il minimo sacrificio possibile.
Ecco, io allora penso che il confronto non abbia senso perché FF e micro 4/3 sono due sistemi diversi, che rispondono a esigenze diverse. E se è vero che nel grane normalmente sta anche il piccolo, allora è sicuramente vero che con il FF probabilmente riuscirò a fare cose che con il micro 4/3 non potrò fare o non potrò fare altrettanto bene. Ma il micro mi permette di fare scatti in situazioni in cui l'alternativa sarebbe non scattare per assenza della macchina con me. E mi permette una qualità comunque elevata e certo più che sufficiente nell'80% delle situazioni che possono capitare ad un amatore.
Se, poniamo, all'IQ media di una buona reflex FF assegniamo un voto pari a 8,5; io credo che all'IQ media delle moderne micro 4/3 si debba assegnare un bel 7,5. E' inferiore certo, ma sempre più che sufficiente.
Consiglierei di vendere tutto il corredo reflex per abbracciare il micro come unico sistema, più pratico e portabile e dalla qualità molto buona? Io non l'ho fatto e, potendomelo permettere, mantengo il doppio corredo (che è scelta economicamente onerosa). Ma molti lo hanno già fatto e io stesso non lo escludo per il futuro, se e quando il sistema proporrà camere con AF performante anche in situazioni dinamiche (sony, con la a6000, sembra esserci già arrivata).
L'importante è saper ponderare correttamente le proprie esigenze e fare le scelte conseguente. Un consiglio che certo darei a tutti è quello, prima di dare giudizi definitivi, di provare una di queste macchine e poi esaminare con attenzione i file. Credo che molti resteranno sorpresi.
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